AMORE,
quando mi siedo tra i rovi,
maneggiando furiosa la terra, non mi chiedo di noi, ma sento.
Se il male mi dovesse ancor imprigionare, portami tra le spine,
e dei miei capelli tappezzerò il mio corpo, grondando con il sangue le mie assenze
dalla quiete.
Non ho motivo di svincolarmi
tra i giunchi avvizziti dal tempo;
agile diventa il mio passo a piedi nudi
Sulle spine ho camminato una strada che era troppo; le ferite le ho nascoste sempre sradicandomi,
da un luogo all’altro.
Ora voglio essere per sempre una rosa canina.
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