Dal racconto” nascere principessa, morire regina”. Tratto da una storia vera
Mi guardavano come se non avessero mai visto una ragazza insolita.
Il punto, il dramma, era che non volevo essere considerata la “diversa”
È strano, come tanti, cercassero di diversificarsi per apparenza, mentre io tentavo di farmi più simile alle mie coetanee. Tutto questo con scarsi risultati da entrambe le parti.
Fu lui, il mio primo amore, a farmi comprendere che della stramberia dovevo farne una forza.
Apprezzava i miei ampi maglioni, poco sopra le ginocchia, a minimizzare i floridi seni.
Amava il mio input aggressivo durante le gare di sci: sempre prima, anche tra i maschi .
Nessuno si inteneriva di me , quando la tormenta di neve improvvisamente falciava a terra la squadra:
Io ero quella che doveva aiutare il più gracile, talvolta caricarmelo sulle spalle, scendere a valle e fare finta che il ghiaccio non fosse fastidioso per me.
La bambina forte, agile, prepotente e coraggiosa: Ma quanto mi costava!!
Ma lui era diverso da tutti gli altri .
Durante una delle tante scalette tra la tormenta, in un fuoripista, si accorse delle mie lacrime e delle mie maledizioni : non riuscivo a reinserire uno sci che si era staccato dallo scarpone, e con estrema rabbia avevo lanciato nell’aria le racchette.
I compagni intanto stavano aiutando le solite due o tre ragazze, che scendendo sulla pista adiacente al fuori pista, incrociavano le gambe a Mo di X in un terrificante spazzaneve.
Ma lui, Sandro, mi vide e recuperate le racchette mi raggiunse nell’impervio.
Fu lì che me ne innamorai
Per la prima volta qualcuno mi aveva guardato con occhi diversi.
Nonno l’aveva intuito da tempo: “Sandro sta innamorandosi di te, credo che insieme sarete perfetti”
E.M