Sii felice piccola stella
imbronciata
Le tue mani curiose
non restino attrito verso incomprese vie.
Conserva l’odore del pane,
delle spezie di antica cucina:
quelle ruvide mani che ti coccolavano
tra i tuoi sogni,
siano la tua forza ed il tuo destino.
Non serve essere in tanti,
se nel silenzio aleggia la follia.
Non scompesarti se sarai additata,
promossa in categorie distanti.
Fai di quella distanza la tua forza.
Ergi una cattedrale alle lancinanti agonie,
vivile fino in fondo,
a costo di scoprirle,
ribaltarle,
farle un tutt’uno dell’anima mai sazia.
Fai del dolore corazza senza tempo,
certa che costa la diversità,
ma sempre ti ripaga.
Dove il cielo non vede,
io ti accarezzo,
prima di te frustrata dalla mediocre uguaglianza,
anch’io ieri protetta da ruvide mani.