Come se il mondo potesse sollevarla.
Nessun mondo l’avrebbe mai abbracciata. Scivolavano ripetitive ossessioni narcisistiche, rifugio dei suoi giorni, consumati a costruirsi un’immagine patetica agli occhi di alcuni curiosi.
Lei era preda Solitaria, ne provavo pietà e rabbia insieme .
Come non capire che si rimane soli?
L’eccesso non fa che amplificare gli effetti di quella modalità.
Io la stringevo : non aprirli il tuo mondo.
Ignara sbuffava le sue ferite.
Per me non erano abbastanza.
Non c’era poesia dove non c’era contenimento.
Il poeta nasce per difendersi, o difendere dal mondo, non per parteciparvi.
“La nana apoetica, frammenti “